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Europa - 15.06.2023

Newsletter del 15/6/2023

In questo numero dedicato alle notizie sull'Europa: la mobilitazione del Feg per la crisi aziendale in Belgio; l'avvio del sottocomitato diritti sociali 2021-2027 del Fse+; focus su la formazione per la transizione ecologica; le novità dalla Rete nazionale Euroguidance su orientamento e mobilità e la guida della Commissione europea per facilitare la mobilità lavorativa in Europa.


Crisi aziendale in Belgio, chiesta la mobilitazione del Feg - Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro

La Commissione europea ha proposto di sostenere 603 lavoratori licenziati dalla Logistics Nivelles SA (LNSA), fornitore di servizi logistici in Belgio, con 2,2 milioni di euro del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori in esubero (Feg). La Logistics Nivelles SA è una filiale della società di trasporti e logistica Kuehne + Nagel International AG che ha chiuso il suo sito nella regione belga della Vallonia per concentrare le attività a Kontich, nella regione delle Fiandre. 

L’impatto degli esuberi potrebbe essere significativo nel mercato del lavoro della Vallonia, dove la disoccupazione (8,4%) è più alta della media belga (5,6%). Inoltre, la crisi Covid-19 ha accelerato la ricerca di lavoratori qualificati nel mercato del lavoro belga, mentre gli esuberi presso la LNSA riguardano in gran parte lavoratori poco qualificati e over 45 che potrebbero avere maggiori difficoltà a reintegrarsi nell’economia locale, soprattutto con contratti stabili, dato che il settore privilegia i contratti a termine.

Il pacchetto di misure finanziate dal Feg, comprende servizi di orientamento e supporto alla ricerca di lavoro, con particolare attenzione alle persone vulnerabili in situazione di disagio psichico o disabilità, riqualificazione professionale su misura e formazione specifica, compreso un modulo per acquisire competenze digitali ad hoc per i lavoratori della logistica. I beneficiari potranno ricevere anche un supporto consulenziale per l’avvio di attività autonome con sovvenzioni fino a 15.000 euro, oltre a un'indennità mensile di 350 euro nei primi 12 mesi dopo l'avvio dell'attività.

Le misure prevedono anche indennità per la partecipazione ai percorsi formativi e alle attività di assistenza al ricollocamento, la possibilità di un sostegno finanziario regolare mensile per completare la propria istruzione, oltre a bonus per i lavoratori che completeranno con successo i corsi di formazione per migliorare le proprie competenze informatiche e linguistiche. 

Il costo totale stimato di queste misure è di circa 2,5 milioni di euro, di cui 2,2 a carico del Feg e il restante a carico della Regione Vallonia.

La proposta di mobilitazione del Feg presentata dalla Commissione europea è ora al vaglio del Parlamento e del Consiglio europeo per l’adozione della relativa decisione di esecuzione.

Il Feg è uno strumento europeo disponibile anche in Italia. Supporta lavoratrici e lavoratori in esubero o autonomi che abbiano cessato l'attività in caso di eventi di ristrutturazioni significativi. Per accedere ai finanziamenti, la Regione/Provincia autonoma in cui si verificano gli esuberi comunica ad Anpal la volontà di presentare una richiesta di contributo finanziario del Feg. Il Feg cofinanzia l’85% dei costi complessivi dell’intervento oggetto di contributo. Le Regioni/Province autonome coprono la restante quota di cofinanziamento nazionale, con risorse proprie o private.

Per approfondire, vai alla sezione dedicata al Feg 


Fondo sociale europeo plus, avviato il sottocomitato diritti sociali 2021-2027

Anpal e la Commissione europea – Dg Empl hanno presieduto, lo scorso 19 aprile presso il Cnel (Roma), i lavori del sottocomitato Risorse umane 2014-2020 e del nuovo sottocomitato Diritti sociali 2021-2027. L’incontro si è svolto alla presenza del Coordinamento delle Regioni, delle autorità di gestione Fse e del partenariato: tra i temi affrontati, la transizione tra la programmazione 2014-2020 e quella 2021-2027.

I sottocomitati hanno come obiettivo quello di assicurare il coordinamento delle azioni dei Programmi nazionali e Regionali cofinanziati dal Fondo sociale europeo, garantire il confronto partenariale negli ambiti di intervento del Fondo sociale europeo Plus (Fse+) e monitorare la complementarietà del Fse+ con altri fondi.

Nella parte relativa al sottocomitato Risorse umane 2014-2020 sono state affrontate le tematiche del monitoraggio, della valutazione e della comunicazione del Fse. Sono state illustrate le iniziative Fse di sostegno ai rifugiati dall’Ucraina e un’informativa sullo stato di attuazione degli interventi dei Pon a valere sulle risorse React-Eu.

Si è poi passati a trattare la transizione tra i due sottocomitati, nelle more della formalizzazione del sottocomitato Diritti sociali che prenderà le funzioni del sottocomitato Risorse umane, con spunti circa le modalità di funzionamento e l’articolazione del nuovo sottocomitato. 
Tra i temi al centro dell’incontro anche l’anno europeo delle competenze, alcuni aspetti di attuazione e coordinamento dei Programmi, le condizioni abilitanti – con particolare riferimento al punto di contatto per il rispetto della Carta europea dei diritti, al coordinamento tra Fse+ e Pnrr, un focus su alcune esperienze attuative delle regioni e aggiornamenti sull’iniziativa Alma.

I documenti presentati e altre informazioni sul Fse+ in generale sono disponibili nel portale Anpal, nella sezione dedicata al Fondo sociale europeo plus, dove prossimamente sarà a disposizione anche il verbale della giornata del 19 aprile.

Vai alla pagina del Fondo sociale europeo plus


Rimani aggiornato sui temi orientamento e mobilità

Per rimanere aggiornati sui temi dell'orientamento e della mobilità e partecipare alle attività promosse dal Centro Euroguidance Italia è ora possibile seguire individualmente la Rete nazionale Euroguidance come "follower". 

I “follower” sono singoli individui che aderendo alla rete possono usufruire di servizi dedicati.

Per maggiori informazioni e per richiedere il modulo follower, scrivere a: euroguidance_italia@anpal.gov.it 


La formazione al centro della transizione ecologica europea

L’obiettivo è ambizioso: fare dell’Europa il primo continente a emissioni Net-Zero entro il 2050.
Per centrarlo, la Commissione europea ha presentato un piano industriale per migliorare la competitività dell'industria europea e sostenere la rapida transizione verso la neutralità climatica.

La strategia ha bisogno di operare su più fronti per potenziare in maniera significativa la capacità produttiva dell'Ue per le tecnologie e i prodotti a emissioni zero.

Il piano industriale si basa infatti su quattro pilastri:

  • contesto normativo prevedibile e semplificato
  • accesso più rapido ai finanziamenti pubblici
  • sviluppo delle competenze
  • catene di approvvigionamento resilienti con i partner dell’Unione europea

È allora evidente l’importanza data dalla Commissione all’aspetto della formazione, con il terzo pilastro teso ad arrivare a una forza lavoro europea qualificata nelle tecnologie richieste dalla transizione ecologica.
Lo sviluppo delle competenze “verdi” – per garantire lavori di qualità e ben retribuiti – è infatti una priorità tanto per il piano industriale a supporto del Green Deal quanto per l'Anno europeo delle competenze, istituito dalla Commissione europea per il 2023.
Non potrebbe essere altrimenti, visto che, secondo le stime, tra il 35% e il 40% di tutti i posti di lavoro potrebbe essere interessato dalla transizione ecologica.

Ma quali sono le proposte della Commissione europea?

Innanzitutto c’è la volontà di istituire accademie industriali Net-Zero che offrano programmi di miglioramento e riqualificazione delle competenze nelle industrie strategiche.
Un’altra iniziativa consisterà nel facilitare l'accesso dei cittadini di Paesi terzi nei settori produttivi prioritari dell'Unione.
Un’ulteriore misura prevede la promozione di finanziamenti pubblici e privati dedicati allo sviluppo delle competenze.
La Commissione esaminerà inoltre come combinare un approccio "Skills-first", che riconosce le competenze effettive, con gli approcci esistenti basati sulle qualifiche.

Scopri di più sul Piano industriale per il Green Deal della Commissione europea


Ecco la guida per facilitare la mobilità lavorativa in Europa

Una breve guida pensata per i cittadini europei, per chi vuole allargare i propri orizzonti e cercare un nuovo lavoro in un altro Paese dell’Unione europea, uno strumento agile che descrive i passi necessari per trovare un’occupazione all’estero, in linea con le proprie competenze e le proprie aspirazioni professionali e personali.

Si chiama European Labour Mobility Steps – ways to explore new jobs opportunities in the European Union ed è il documento elaborato dalla Commissione europea per facilitare la mobilità lavorativa.
Un concentrato di informazioni e consigli pratici per capire da dove cominciare, quali sono i diritti di un cittadino europeo in un altro Paese membro e quali sono le azioni da mettere in campo concretamente.

La guida descrive la tabella di marcia attraverso la quale Jane, ingegnera biomedica di 26 anni metà irlandese e metà portoghese, ha trovato in due mesi il lavoro che desiderava a Valladolid in Spagna.
Una tabella di marcia valida per chiunque abbia l’obiettivo di un’occupazione all’estero e che si articola in 5 passi:

  1. ricerca iniziale attraverso il portale Eures
  2. valutazione delle proprie competenze professionali e linguistiche e delle esperienze professionali
  3. monitoraggio del mercato del lavoro del Paese Ue nel quale si vuole lavorare, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla rete Eures
  4. creazione e invio di un curriculum scritto in maniera efficace grazie al supporto online di Europass
  5. aggiornamento continuo delle opportunità lavorative con la sottoscrizione della newsletter Eures

Per ogni singolo passo, la guida indica una serie di strumenti online utili a identificare le opportunità e a candidarsi prontamente.
Il documento è inoltre arricchito dalla descrizione dei quattro principi che disciplinano i diritti di sicurezza sociale dei quali godono i cittadini europei all’interno dei Paesi Ue, descritti a partire dall’esperienza di Ginevra, una traduttrice italiana di 41 anni preoccupata di mantenere i propri diritti nel caso si trasferisse a lavorare all’estero.

Leggi la guida (in inglese)